Lettera aperta dei Comitati degli alluvionati faentini: “Si è fatto troppo poco negli ultimi 500 giorni, bisogna cambiare passo”

Duro attacco ad Hera, per gli interventi sul sistema fognario e un grido di allarme sui piani speciali: "non c'è più tempo, bisogna fare presto"

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È una lettera lunga, circostanziata, arrabbiata ma anche molto lucida, quella che i cittadini dei comitati degli alluvionati faentini – il Comitato Orto Bertoni, Borgo 2,via Borgotto, via della Valle, via Chiarini, Bassa Italia, Marzeno, assieme al comitato di Castel Bolognese – indirizzano ai decisori politici e alla stampa, dopo gli ultimi drammatici eventi che hanno colpito per la terza volta in 16 mesi le loro case.

Denunciano il “troppo pocofatto negli ultimi 500 giorni per prevenire un’ulteriore calamità, se la prendono in particolare con Hera, per la gestione delle fogne e chiedono di non essere strumentalizzati, né da destra né da sinistra, perchè la loro è solo una richiesta di soluzioni concrete, che li portino finalmente fuori dal terrore che provano ad ogni nuova pioggia. E come gesto “simbolico”, ma anche concreto, dichiarano di “autosospendersi” dai tavoli di lavoro aperti a tutti i livelli, per affrontare le problematiche innescatesi dall’alluvione 2023.

Se le nostre parole non contano, sembrano voler affermare, allora noi smettiamo di parlare. Finchè non arriveranno segnali decisi su di un’inversione di rotta rispetto alle urgenze che diventano sempre più urgenti, cessa l’interlocuzione organizzata.

IL TESTO INTEGRALE

È difficile oggi, a 48 ore da questi ultimi eventi, dare voce ai Cittadini che, come Comitati faentini, rappresentiamo.

I sentimenti prevalenti, passata la terribile paura vissuta, sono di rabbia, umiliazione, disperazione, collera e non abbiamo mai sentito come in queste ore la parola “forconi”. Innanzitutto vogliamo fermare chi vorrà attribuire valenza o trarre conseguenze politiche da questo comunicato: a tacere sembra di dare ragione ad una parte, a criticare dare ragione ad un’altra.

Con questo comunicato esprimiamo la voce di una grande parte dei Cittadini faentini che, a distanza di 500 giorni (e non 500 anni come ci avevano detto i tecnici-statistici) hanno visto, alcuni per la terza volta, le proprie case violate o devastate dall’acqua e dal fango di un fiume ed un torrente o (e sono quelli più “fortunati”), dalla putrida acqua rigurgitata dalle fogne.

Per 16 mesi a nome dei Cittadini abbiamo dialogato con serietà e costanza con le Amministrazioni ad ogni livello e dato il nostro contributo con spirito collaborativo, segnalando le criticità che via via emergevano. Abbiamo, inoltre, sollecitato innumerevoli volte risposte che non sono mai arrivate, intrappolate com’erano dalla burocrazia, dai rimpalli e dai rinvii.

Quanto avvenuto il 19 settembre, dimostra quanto il “ripetersi di un evento eccezionale ed inatteso” sia un ossimoro, una contraddizione. “L’evento eccezionale ed inatteso” è diventato la norma e davanti a questa nuova regola si devono attuare comportamenti diversi. L’alluvione di settembre ha evidenziato, a Faenza, due criticità enormi: la mancata risposta al problema della sicurezza del territorio e la mancata attuazione di interventi efficaci sulla rete fognaria.

In merito alla prima non possiamo esimerci dal rilevare che i principali interventi strutturali, che avrebbero dovuto essere di massima urgenza ed inderogabili e perciò da attuarsi con priorità rispetto alla consolidata programmazione (e burocrazia) regionale, sono rimasti sulla carta: il “piano speciale” e soprattutto la realizzazione di quegli interventi che ieri abbiamo visto, unici, avrebbero salvato la città di Faenza e la provincia dal disastro (ovvero i bacini di laminazione, le casse di espansione, le zone ad allagamento controllato, e la realizzazione di strutture di contenimento del Marzeno) sono rimasti lettera morta, sono solo sulla carta e secondari alla approvazione di un ben più importante “piano di riassetto idrogeologico” e/o “piano di bacino” che forse vedrà la luce nel 2025, più probabile nel 2026.

E’ difficile raccontare e far capire a fondo a chi non ha vissuto queste esperienze il terrore che abbiamo vissuto ad ogni allarme, ad ogni alluvione, la paura di morire come topi, la paura di perdere i pochi oggetti identitari che ci sono rimasti e la paura di dover ricominciare da capo la ristrutturazione della casa sfregiata di nuovo con lo schifoso, immondo e puzzolente fango. Ma soprattutto la sensazione di insicurezza e precarietà che continuano a rimanere anche quando tutto è finito da tempo. Ci si chiede sempre quando sarà la prossima volta.

La nostra solidarietà e la nostra fratellanza vanno agli Amici del Borgo che devono soffrire per la terza volta in 500 giorni questa pena, questa umiliazione e questa devastazione. Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare perché gli interventi urgenti di sicurezza ci consentano di non avere più paura ogni volta che il cielo si rannuvola?

Il primo appello di questa lettera va dunque al Commissario Straordinario, alla Regione ed all’Autorità di Bacino: non dovremmo dirvelo noi che esiste un nuovo paradigma climatico, che non è più possibile attendere e trincerarsi dietro l’alibi degli “eventi inaspettati e straordinari”, che fenomeni disastrosi avvengono non più a 500, 200 o 100 anni, ma possono avvenire ogni 10 giorni.

Con il massimo rispetto e deferenza, caro Commissario, cara Presidente, caro Segretario Generale, caro Governo, è ora che gli interventi urgenti siano applicati come tali e superino, mettendo la freccia o in corsia di emergenza, i piani triennali o quinquennali del riassetto del territorio: questo territorio si sta riassestando da solo ogni 15 giorni a causa di frane e diluvi e bisogna agire con modalità diverse perché alla prossima piena quello che è avvenuto a Traversara o peggio, avverrà ovunque.

Il secondo intervento non è un appello ma una denuncia ed è nei confronti della gestione cittadina e della manutenzione straordinaria ma  soprattutto ordinaria in particolare delle fogne. In questa lettera aperta vogliamo urlare la nostra rabbia nei confronti di HERA per l’inefficienza, l’incapacità, l’approssimazione, la mancata programmazione e attuazione di interventi ordinari e straordinari, a tutti i livelli: presidenziali ed amministrativi, dirigenziali, tecnici e operativi.

Vogliamo riportare la grande difficoltà che da anni soffrono i Cittadini di diversi quartieri e, in particolare, del quartiere Bassitalia e del Quartiere Orto Bertoni: infatti è noto quanto queste fogne rappresentino da parecchio tempo una criticità. Via Lapi ad esempio fin dagli anni ’80, presenta le cantine allagate, non solo il 2 e 16 maggio del 2023 e l’altro ieri, ma numerose volte negli ultimi dieci anni, mentre nell’Orto Bertoni il fenomeno è presente in forma ingravescente sin dagli anni 90.

Dopo il maggio 2023 sono stati promessi interventi magnifici di ogni tipo: bypass, idrovore potentissime in ogni punto critico, presidi ed interventi giornalieri e l’efficientamento della rete fognaria in tutti i quartieri con particolare attenzione alle aree più deboli. La realtà è che neppure le caditoie sono state efficacemente pulite, e non dagli aghi di pino, ma neppure dalle erbacce cresciute in primavera, neppure i pozzetti a bordo marciapiede pieni di foglie e fango, forse residuo dal 2023; lo spettacolo delle pompe posizionate nei punti critici in alcuni casi ha rasentato la farsa (nell’Orto Bertoni le pompe sono rimaste anche senza carburante ed i cittadini sono dovuti andare a riempire una tanica ed hanno rimesso in funzione autonomamente le idrovore rimaste senza presidio…).

Cari signori di Hera: basta, siamo stanchi. Vi ricordiamo che la Costituzione italiana, in merito all’iniziativa economica, ordina che “…non può svolgersi… in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”

Quello che abbiamo visto nei giorni scorsi è che ancora una volta le nostre cantine e le nostre stanze si sono riempite di acqua putrida, facendo sprofondare le nostre case in una condizione di ristrutturazione continua, il cui risanamento diventa sempre più difficile. Come cittadini e come utenti di questo servizio non possiamo non esprimere la nostra rabbia e la nostra indignazione nei confronti di un’azienda che, pur possedendo strumenti e risorse adeguate, non è in grado di fornire risposte sufficienti.

Questa volta, in prossimità dell’inverno è nostra ferma intenzione richiamarvi alle vostre responsabilità: Comune, Hera, sapete voi chi deve intervenire, basta che si faccia subito, senza tanti tentennamenti. La lista delle criticità (sia in merito alla sicurezza del territorio che ai mancati interventi di gestione ordinari e straordinari) è lunga, lunghissima e per non appesantire questa lettera aperta, per ora non la alleghiamo. È ora, per tutti, di rimboccarsi le maniche con maggiore concretezza ed urgenza, prima che arrivi la prossima pioggia “inattesa ed eccezionale”.

Un appello importante prima di concludere questa parte tecnica: tutti siamo impegnati nella emergenza ora, ma abbiamo la fortuna di avere anche qualche occhio esperto che ha esaminato gli argini: riteniamo abbiano subito danni gravi a causa di quest’ultimo evento. Vi sollecitiamo vivamente, quindi, a verificare e riparare tutte le situazioni di criticità che evidenzino necessità di interventi di revisione e riparazione.

Per evitare strumentalizzazioni politiche vogliamo rivolgerci anche al Governo ed ai rappresentanti politici di maggioranza ed opposizione nazionali e regionali: abbiamo espresso le nostre posizioni critiche in merito agli aiuti economici già molte volte e da voi abbiamo ricevuto tante promesse il 20 maggio 2023, seguite da dimostrazioni concrete insufficienti, condite da minacce pre-elettorali e interventi ministeriali offensivi ed inopportuni: smettetela di strumentalizzarci perché non è questo il modo di dimostrare Responsabilità Nazionale.

Infine non possiamo non “mandare un saluto” anche agli Amministratori cittadini. Cari Sindaco ed Assessori della Giunta e cari tecnici comunali, riteniamo che abbiate dato tanto, ma ci aspettiamo che pretendiate molto di più da chi ha responsabilità territoriali più ampie (Autorità di Bacino e Regione) o più operative (Hera), in particolare da quest’ultima a fronte dei contratti in essere, a tutela dei Cittadini, ma, in fondo, anche vostra.

Ad importante ed amara conclusione di questa lettera aperta esprimiamo, a nome dei Cittadini che rappresentiamo, tutta la preoccupazione, la rabbia, la umiliazione e la frustrazione per gli eventi dell’altro ieri, ma soprattutto per il troppo poco fatto negli ultimi 500 giorni il quanto a poco sia servito.

È il momento per ognuno di trarre le proprie conclusioni. Per questo motivo, poiché non possiamo autosospenderci da “Cittadini Alluvionati”, abbiamo deciso, come Comitati, di autosospenderci dalle nostre funzioni, in attesa di reali e concreti segnali di prese d’atto di responsabilità e di interventi davvero concreti, davvero urgenti, davvero risolutivi senza, per questo, rinunciare, da Cittadini, a vigilare, osservare, criticare, suggerire.

Crediamo che molti, a tutti i livelli istituzionali e operativi, debbano riesaminare le proprie decisioni ed azioni facendo un passo indietro, coscienti che l’autocritica è la base del miglioramento di persone ed azioni e quindi della soluzione degli enormi irrisolti problemi che sono sul tavolo.

Sta tornando il sole, ora torniamo a lavorare e pulire ancora una volta da acqua e fango le nostre case.

I Comitati degli Alluvionati dell’Unione della Romagna Faentina

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