Alluvione. Le minoranze in Consiglio a Faenza attaccano Regione e Comune. Bertozzi: “Progetti e soldi pronti 10 anni fa in Regione per le casse d’espansione. Ma oggi non ci sono ancora”

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La terza alluvione in sedici mesi della zona che gravita attorno alle Vie Cimatti e Pellico nel Borgo Durbecco ha innalzato la temperatura e, giudicando dalle parole, ha guastato le già poco buone interlocuzioni politiche tra la maggioranza di governo della città, formata da Partito Democratico, lista civica Faenza Cresce, Movimento 5 Stelle e Italia Viva, e le minoranze con Lega, Progetto Civico Faentino, Fratelli d’Italia e lista civica Area Liberale.

Conferenze stampa “a dispetto”

Le liste d’opposizione avevano deciso di affrontare il tema per illustrare le loro posizioni di scontento e di perplessità convocando i rappresentanti degli organi d’informazione locale con un messaggio via internet alle ore 16.17 di giovedì scorso 19 settembre con appuntamento sabato 21 alle ore 11; alle 17.16 di ieri, venerdì 20, alle redazioni è arrivata la convocazione di una conferenza stampa sullo stesso argomento da parte della Provincia e del Comune di Faenza con appuntamento sempre sabato 21 alle ore 10.30: quest’ultima ha avuto inizio alle 10.37 ed è durata 53 minuti. Risultato, l’incontro-stampa delle opposizioni è iniziato alle 11.35.

A recapitare l’irritazione del centrodestra ha pensato Gabriele Padovani (Area Liberale) esordendo con un’espressione non scurrile ma forte, poi raccontando la “sequenza”: “Venire a sapere ieri nel tardo pomeriggio dell’altra conferenza stampa mi sembra anzitutto una mancanza di rispetto e anche un’ingerenza non democratica e facendolo apposta per farci un po’ alterare. Ma già eravamo alterati per quello che è successo, ossia la terza alluvione del Borgo in diciotto mesi”. Per completezza d’informazione questo incontro stampa ha avuto una durata di circa 70 minuti, che di seguito cercheremo di riassumere.

“Non c’è sicurezza”

“Nonostante sia piovuto di più i danni sono stati minori; ciò non toglie che non siamo in sicurezza – ha proseguito Padovani -. Questo grazie a una leggera pulizia dei fiumi che ha permesso, soprattutto a Castel Bolognese e a Faenza, di avere avuto minori ripercussioni. Se i fiumi fossero stati in queste condizioni anche nel maggio 2023 non avremmo subito l’alluvione, perché la pioggia fu meno intensa. Stavolta il fiume Lamone aveva ancora più di un metro di margine. Va detto che i cittadini privati devono avere i giusti rimborsi e le pratiche vanno snellite”.

Assieme a Padovani, Stefano Bertozzi (FdI), Andrea Liverani (Lega), Roberta Conti (Lega), Paolo Cavina (Progetto Civico) e, senza intervenire, Cristina Alpi (Lega).

“Opere dimenticate dieci anni”

“La Struttura Commissariale non deve fare i lavori di ripristino – ha subito precisato Bertozzi, che non ha mancato di criticare alcune affermazioni della vicepresidente dell’Emilia-Romagna Irene Priolo e del sindaco Massimo Isola – coordina, raccoglie i soldi dal Governo, ascolta le istanze del territorio e mette a disposizione il denaro agli enti che devono eseguire i lavori: Regione, Province e Comuni.

L’ARSTPC, l’agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, quella che deve fare i lavori, è rappresentata nel nostro territorio dal dottor Bacchini che è stato presente in Commissione 3. Il Comune di Faenza è stato ‘toccato’ da 4 Ordinanze, la 6, la 8, la 13, la 19 e la 24, a proposito di estrema urgenza, viabilità, scuole, difesa idraulica. La principale stazione appaltante è stata l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina.

Le asfaltature in corso in questi giorni vengono realizzate in base all’Ordinanza 13 che ha assegnato al Comune di Faenza quasi 10 milioni di euro di cui sono stati utilizzati 831.000. Queste Ordinanze hanno assegnato al Comune circa 14 milioni: erano pronti come in un cassetto, ma ne sono stati spesi 880.000: pochi anche a causa della carenza di personale. Questi numeri sono sul sito internet della Struttura Commissariale.

Nell’Ordinanza 8 del settembre 2023 interveniva sulla difesa dell’assetto idraulico: la Struttura Commissariale ha chiesto agli enti locali di indicare i problemi più urgenti da risolvere. Nessuno degli interventi chiesti alla Struttura Commissariale è stato tenuto fuori dai finanziamenti, come ha ammesso lo stesso sindaco Isola.

All’interno dell’Ordinanza 8 sono stati finanziati tre interventi sul torrente Marzeno e sul suo bacino con ARPAE, ARSTPC e Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale per 2,2 milioni di euro: quelli chiesti – ha proseguito Bertozzi – con 100mila euro per la messa in sicurezza immediata infrastrutturale, 600mila per interventi urgenti per il ripristino dell’officiosità idraulica e 1,5 per il ripristino dei danni alluvionali nel bacino del Marzeno. Prima di dire che servono altri 3 milioni, il sindaco Isola ci può illustrare qual è lo stato di questi tre progetti finanziati? Ci può dire se l’ARSTPC ha fatto o meno gli interventi di sua competenza? Spero che li abbia fatti. Sull’Ordinanza 13 la Regione si è presa 32 giorni per dire al Commissario che approvava il progetto del Comune di Faenza: qui c’è incapacità oppure c’è malafede. Va ricordato che l’Ordinanza 13 permetteva di derogare al Codice degli appalti”.

“Le casse d’espansione dimenticate”

Il capogruppo di Fratelli d’Italia è entrato poi sul tema delle casse di espansione richiamandosi a una delibera della Regione Emilia-Romagna del 2015. “Da un anno era presidente Stefano Bonaccini, commissario straordinario per l’emergenza idrogeologica. Venne fatta un’Ordinanza cofinanziata dal Governo (allora presieduto da Matteo Renzi in quanto segretario del Pd) e dalla Regione. Venne fatto un elenco di cose da fare. Per il torrente Marzeno c’era un progetto di messa in sicurezza di abitati sparsi in località varie.

Erano previste anche le casse del torrente Senio, quelle ancora da fare e con 9,5 milioni c’era il progetto di interventi per la laminazione del bacino del fiume Lamone che dovevano essere eseguiti in località San Martino. Che quelle casse di espansione fossero urgenti lo diceva la Regione nel 2015 e avrebbe dovuto farli. Perché oggi da Isola e dalla consigliera faentina del Pd vengono chiesti al Commissario Figliuolo? Perché lei non interessò già allora il presidente Bonaccini? Quindi i soldi c’erano e non furono utilizzati, ma oggi dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione vengono chiesti ancora”.

“Fiumi mai puliti”

Andrea Liverani, che non si ripresenterà alle elezioni regionali di metà novembre, ricorda di avere sollecitato l’assessore regionale al bilancio Calvano a interessarsi per la pulizia dei fiumi e di essersi sentito rispondere che la Regione ha sempre pulito i suoi fiumi. “Non è stato fatto e non è stato fatto bene in questi 16 mesi perché troppo impegnati a dare addosso al Governo nazionale. Questo è il Pd”.

“Case senza più valore”

“Dal 35 al 40 per cento delle zone di Faenza sono interessate a un problema di tipo alluvionale – ha sottolineato Roberta Conti -. Non si può vivere con l’angoscia dell’alluvione ogni volta che piove. L’allarme per una possibile alluvione era nell’aria da una settimana, ma nulla è stato fatto di reale prevenzione. Si è alluvionata per la terza volta una zona dove le case non valgono più nulla e dove le persone non vorranno abitarvi neanche in affitto”.

“Troppi ritardi”

Paolo Cavina ha voluto infine manifestare solidarietà in particolare agli abitanti di Traversara. “Quello che è accaduto non è più definibile come straordinario. Finora a Faenza sono stati eseguiti solo lavori di ripristino, non di manutenzione, come è risultato durante una seduta di Commissione consiliare del 28 agosto. Un po’ di pulizia è stata fatta e una parte di Faenza stavolta si è salvata. Le casse di espansione dovevano essere fatte dieci anni fa”.

di Redazione

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