Dalle falle nel Senio a Cotignola e nel Lamone a Traversara non esce più acqua. Circa 160 gli sfollati. Si lavora a riparare le rotte

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Le notizie diffuse questa mattina dal Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa e dalla vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Irene Priolo, sulla situazione nei comuni colpiti dall’alluvione sono in parte confortanti, anche se la situazione permane delicata e complessa.

Dalla falla nel fiume Senio a Cotignola ha smesso di defluire altra acqua e questa è un’ottima notizia per il centro abitato di Lugo, verso cui queste acque finiscono per dirigersi: il centro storico della cittadina e la parte Nord dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, riuscire a salvarsi, mentre in alcune case dei quartieri in zona Est e Sud, l’acqua è arrivata anche ad un metro di altezza. L’elenco delle strade interdette perché alluvionate è nella comunicazione diramata dalla Prefettura questa mattina.

A Traversara l’acqua è arrivata con una forza dirompente su tutto il paese e i Vigili del Fuoco per i soccorsi non hanno potuto usare i mezzi anfibi, ma solo gli elicotteri con i verricelli: in questo modo sono state portate in salvo circa 25-30 persone dai tetti degli edifici. Nelle case della frazione sono rimaste poche persone che non hanno voluto allontanarsi, ma non c’è più nessuno in pericolo o da salvare.

A Traversara il Lamone ha raggiunto i massimi storici di sempre. Il fiume non ha avuto i colmi di piena dal suo corso naturale, lato Brisighella, come l’anno scorso, ma ha ricevuto la bomba di acqua proveniente dal Marzeno: per questo le zone del Borgo di Faenza, in prossimità del Marzeno sono andate nuovamente sott’acqua, mentre il resto di Faenza si è salvato.

Nella zona di Bagnacavallo il fiume ha tracimato in tanti punti per tutta la notte, fino a che gli argini non si sono indeboliti ed è arrivata anche la rottura.

La conta delle vittime potrebbe risultare nulla, le speranze in questo senso sono state rafforzate dalle parole del Prefetto, che ha sottolineato come i “presunti” dispersi, inizialmente due persone, potrebbero essere uno solo e anche su questa ipotesi le verifiche sono ancora in corso.

Inizialmente erano state segnalate due persone avvistate durante la piena: una segnalata in vetta all’argine prima della rottura e proprio questo è il disperso ora smentito; l’altra, nei pressi di una casa andata distrutta per la furia delle acque. Non risultano però denunce di scomparsa e le verifiche sulla effettiva esistenza di questo disperso sono in corso: potrebbe trattarsi comunque di una persona sola che non aveva parenti o conoscenti che potessero segnalarne l’allontanamento. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.

Sul versante sfollati, il Prefetto ha parlato di 47 persone a Lugo, 15 a Cotignola, circa 100 a Bagnacavallo, oltre ai 182 pazienti evacuati ieri in via precauzionale dall’ospedale di Lugo e trasferiti in varie strutture della provincia.

Sul campo e nelle località dell’appennino a rischio frane, Brisighella e Casola Valsenio, restano attive le numerose squadre dei Vigili del Fuoco e le colonne mobili della Protezione civile provenienti dalla regione e anche da fuori.

La vicepresidente Priolo, che attualmente fa le funzioni del presidente Bonaccini eletto al parlamento europeo, ha dichiarato di aver firmato questa mattina la richiesta di Stato di Emergenza per la Romagna: “è una richiesta urgente che ci permetterà di avere il necessario supporto in questo difficile momento, conto sul fatto che il Governo la controfirmi il prima possibile”.

“Questa mattina abbiamo effettuato un sorvolo sull’area colpita dall’alluvione – ha precisato – e potuto vedere le zone allagate, sia a Bagnacavallo che a Lugo. Fin da ieri sera ho firmato subito l’ordinanza per lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi e decine di volontari della Protezione Civile sono al lavoro per ripulire le zone alluvionate, perché sappiamo che più velocemente agiamo, meno danni si contano”.

Il sopralluogo condotto questa mattina ha permesso di verificare che da entrambe le rotte, sia quella di Cotignola sul Senio che da quella di Traversara sul Lamone, l’acqua si è stabilizzata e non ci sono altre fuoriuscite: “L’evento – ha commentato Priolo – è stato complesso ma circoscritto, a differenza di quello dello scorso anno: in questo momento i tecnici e i geologi sono già all’opera sia a Lugo, che a Bagnacavallo e in appennino per decidere gli interventi da realizzare per sanare le criticità”.

In queste ore si sta cercando di valutare, attraverso i modelli meteorologici disponibili, le condizioni meteo della prossima settimana per capire quando poter cominciare a riparare le falle negli argini: “Sul Senio e sul Lamone – ha sottolineato Priolo – si stanno già portando i massi ciclopici che serviranno a chiudere le rotte. I lavori procedono e quelli realizzati dopo gli eventi del 2023 hanno tenuto bene alla prova dei fatti”.

Presente al punto stampa anche il comandante nazionale dei Vigili del Fuoco, Carlo Dall’Oppio, originario tra l’altro di Castel Bolognese, che ha spiegato come, nonostante le diverse difficoltà in diverse parti d’Italia, il corpo ha convogliato risorse da tutto il Paese sulla Romagna e sulle Marche, colpite da questo ennesimo disastro naturale.

Sul problema dei ponti ferroviari, che attraversano i fiumi e costituiscono un elemento di criticità in caso di alluvione, come nel caso di Sant’Agata sul Santerno nel maggio 2023, ma anche ora, con la rotta del Lamone a Traversara, si è soffermata a lungo la vicepresidente, spiegando che l’analisi sui ponti è da tempo all’ordine del giorno della Regione e gli interventi in questo senso rientrano nei famosi “Piani Speciali” che la Regione ha sottoposto alla struttura commissariale, ma che non sono ancora stati approvati e finanziati.

“Il materiale flottato dalle colline sul fiume Lamone è ancora parecchio – ha spiegato Priolo -, abbiamo fatto un intervento con i “ragni” (macchinari in grado di prelevare i tronchi dai fiumi) anche durante la notte dell’alluvione a Castel Bolognese, ma a Traversara non è stato possibile perché per farlo sul ponte della ferrovia servono mezzi speciali, che noi non abbiamo”.

Senza azzardare ipotesi di cause e concause che spetterà solo ai tecnici effettuare, la vicepresidente ha però spiegato che le criticità maggiori si hanno in prossimità dei ponti e degli attraversamenti sugli argini.

Nel punto in cui è avvenuta la rottura a Sant’Agata nel 2023, c’era il ponte della ferrovia. In corrispondenza dell’attuale rottura del Lamone a Traversara ci sono sia il ponte ferroviario, che una passerella sull’argine. “Questi manufatti creano difficoltà di scorrimento all’acqua durante le piene- ha detto -. Per ridurre il rischio residuo in caso di eventi estremi c’è bisogno di realizzare gli interventi che abbiamo messo nei Piani Speciali consegnati al commissario Figliuolo e che non hanno ancora ricevuto le necessarie approvazioni. Abbiamo chiesto di poter fare casse di espansione, argini tracimabili, ampliamento dei corpi fluviali, abbassamenti delle golene. Ma anche ponti senza piloni dentro i fiumi. È tutto previsto in quei piani, ma stiamo ancora aspettando che ci autorizzino a realizzarli”.

Il problema dei ponti sta nel fatto che non si può alzarli troppo o la pendenza della ferrovia diventerebbe impercorribile per il treno; sarebbe necessario far cominciare il ponte molti chilometri prima dell’attraversamento vero e proprio. Però si possono eliminare i piloni interni all’alveo, che costituiscono un ostacolo.

 

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