Faenza. Carabinieri fermano orco 50enne senza dimora: picchiava la compagna che l’ospitava

I Carabinieri di Faenza riportano di un grave episodio di violenza da parte di un cinquantenne nei confronti della sua compagna. L’uomo, inizialmente in stato di fermo, lamentava problemi di salute ed è stato proprio lo stato di fermo a salvarlo da una possibile morte. L’orco è poi stato arrestato secondo le disposizioni del gip. Ma andiamo con ordine: tutto è iniziato lo scorso weekend quando, in tarda mattinata, è giunta alla centrale operativa una segnalazione di una lite in famiglia: si sono sentite urla e rumori provenire da un appartamento e quando la pattuglia è arrivata sul posto, la vittima, una donna di 50 anni, ha raccontato agli agenti di aver avuto un diverbio con il suo compagno convivente di 51 anni.

Già la sera prima, l’uomo, aveva sferrato calci, pugni e schiaffi alla donna e, per questo motivo, la cinquantenne aveva deciso di passare la notte dalla madre per paura che la situazione potesse degenerare. All’arrivo degli agenti la donna era profondamente provata e in uno stato d’ansia, nonché presentava un occhio tumefatto e delle abrasioni sull’avambraccio destro. La pattuglia ha richiesto immediatamente l’intervento del 118 e la donna ha ricevuto le dovute cure presso l’ospedale di Faenza, ove è stata dimessa con 22 giorni di prognosi per contusione all’avambraccio destro, contusione con ematoma in sede periorbitale e contusione emicostato.

Quando è stato allertato il 112 l’uomo si era già recato presso l’abitazione dove si era rifugiata la donna urlando e percuotendo la porta d’ingresso, chiedendo alla compagna di ritornare a casa con lui. La donna ha poi raccontato di aver invitato l’uomo a vivere a casa sua, essendo senza fissa dimora, e che l’uomo, in più occasioni, dopo aver bevuto, iniziava a prenderla a calci, pugni, schiaffi e gomitate procurandole delle lesioni. La donna non si era mai confidata con nessuno né tantomeno si era recata dalle Forze dell’Ordine a denunciare, né in pronto soccorso a farsi refertare.

La cinquantenne ha raccontato ai militari dell’Arma che circa 40 giorni prima , a seguito dell’ennesima lite, l’uomo aveva cercata di soffocarla con una mano al collo, mentre con l’altra le afferrava la mandibola per non farla urlare. Tutte le liti sono avvenute all’interno della propria abitazione e l’uomo iniziava prima a inveire contro la donna con frasi del tipo “non vali niente” e poi passava alle aggressioni fisiche.

Stando a quanto riportato dai Carabinieri, la donna non faceva altro che proteggersi la faccia con le braccia e in silenzio aspettava che il compagno si fermasse. I litigi sono iniziati dopo il primo mese, ma la donna non si è mai decisa a denunciare poiché l’uomo era senza fissa dimora, non sapeva dove andare, non aveva parenti e le dispiaceva metterlo ulteriormente in difficoltà. I Carabinieri di Faenza riportano che l’uomo era solito bere tre litri di vino al giorno e assumere superalcolici. Dati i gravi indizi di colpevolezza per maltrattamenti in famiglia e il concreto pericolo di fuga i Carabinieri, sentito il pm di turno, Dottoressa Marilù Gattelli, si sono messi sulle tracce dell’uomo e i Carabinieri della Stazione di Faenza Borgo Urbecco hanno dichiarato l’uomo in stato di fermo collocandolo presso la camera di sicurezza della locale Compagnia manfreda in attesa di associarlo alla casa circondariale di Ravenna.

Quando è arrivato il momento di condurlo al carcere, l’uomo, ha iniziato a sudare freddo ed è stato subito allertato il 118, che ha reputato di portarlo presso il locale nosocomio per le cure del caso. Il cinquantunenne piantonato dai militari dell’Arma, è stato trovato in pessime condizioni di salute ed ha avuto un principio d’infarto, venendo ricoverato all’unità coronarica, dove ha fatto una serie di accertamenti prima di essere dimesso e alla fine è stato finalmente associato al carcere di Ravenna. Il fermo non è stato convalidato dal gip, Dott. Janos Barlotti, perchè non ha ravvisato il pericolo di fuga pur essendo l’uomo senza fissa dimora, ma ne ha disposto il carcere.