Disturbo dello spettro autistico, in Emilia Romagna 4.327 minori affetti

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Due milioni di euro destinati alle cure di persone con disturbo dello spettro autistico. Una somma che viene confermata dalla Giunta regionale anche nel 2021, come negli anni precedenti. Ad annunciarlo, in commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini, è l’assessorato alla Sanità tramite un’informativa tenuta nel corso della seduta di questa mattina. L’informativa era stata richiesta da diversi consiglieri, in primis la dem Manuela Rontini, che aveva domandato un aggiornamento sui dati e sui numeri dei bambini e delle persone affette da questo disturbo. “Un tema che ci sta a cuore- ha sottolineato la presidente Soncini-, in particolare per quanto riguarda la presa in carico dei ragazzi nell’ingresso dell’età adulta e nel mondo del lavoro”.

Le diagnosi, rispetto agli anni passati, sono in netto aumento: se nel 2011 i minori assistiti erano 1.584, nel 2019 sono stati 4.327. Per quanto riguarda gli adulti, nel 2013 erano 161 le persone prese in carico nei centri di salute mentale, mentre nel 2019 erano 614. “Numeri in aumento grazie alla migliore capacità di intercettarli- spiegano dall’assessorato-, dato che abbiamo migliorato molto i nostri metodi di diagnosi”.

Fondamentale è la collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale: “Abbiamo attivato un tavolo, su cui ci confrontiamo riguardo ai temi della disabilità, in cui ci viene riportato un significativo aumento degli alunni con spettro autistico, ma anche numerose iniziative formative per gli insegnanti e l’apertura di sportelli di consulenza alle scuole per l’autismo”. Altro aspetto importante è il parent training, che permette di creare per il bambino un ambiente coerente, sia a casa che in ospedale.

La disomogeneità che c’era a livello regionale è stata ridotta, anche grazie ai finanziamenti attivati e che verranno confermati, appunto, anche per il 2021. Fondi che potranno essere utilizzati anche per il trattamento diretto del bambino e per il trattamento di supervisione, tanto che le Ausl hanno già iniziato ad acquisire personale: 5 logopediste, 13 terapisti della riabilitazione psichiatrica, 3 psicologi  4 educatori. Ciò che è emerso, è che “serve lavorare in maniera coerente ed equilibrata con i servizi sanitari e i servizi sociali, coinvolgendo e responsabilizzando gli altri partner, che siano enti locali, scuole o servizi sociosanitari. Abbiamo formalizzato un accordo con l’ufficio scolastico, anche se una delle difficoltà più riscontrate è che gli insegnanti di sostegno non sono mai stabili in uno stesso istituto o in una stessa classe”.

Altro obiettivo: “Vogliamo strutture dedicate a quei pochi ma molto impegnativi casi di ragazzi dai 16 anni in su che mostrano gravi disturbi del comportamento”.

Un metodo di lavoro, quello della programmazione partecipata, che soddisfa Manuela Rontini (Partito democratico) “perché- evidenzia- sono convinta possa aiutarci a dare risposte più puntuali, visto anche i numeri in aumento. Dobbiamo anche affiancare le famiglie, perché sappiamo il carico emotivo ma il carico economico che devono sopportare. Le quattro ore settimanali di assistenza previste dal piano sono una buona risposta, ma purtroppo non sempre sono efficaci, anche al netto del Covid che ha influito sul trattamento dell’assistenza domiciliare. Bene anche che ci sia l’intenzione di coinvolgere più soggetti, dall’assessorato al Welfare agli enti locali, bene la formazione degli insegnanti, perché i passi avanti si faranno con un’alleanza tra vari soggetti e professionalità, dato che i passi avanti si faranno solo garantendo a queste persone gli stessi diritti”.

Per Valentina Stragliati (Lega) “la Regione ha fatto tanto ma ci sono degli aspetti da migliorare, in particolare per quanto riguarda l’attenzione da rivolgere alle associazioni dei familiari, perché le diverse Ausl hanno fatto tanto, ma da sole non sono in grado di soddisfare completamente le esigenze. Partiamo da alcuni esempi di cooperative, come la San Giuseppe nel Piacentino: qui  alcuni ragazzi anche con diagnosi gravi, possono lavorare. Le problematiche maggiori si riscontrano terminato il percorso scolastico, quindi chiedo l’impegno della Regione a sostenere realtà che creano opportunità per queste persone”.

Secondo Daniele Marchetti, anche lui leghista, “siamo in un momento delicato perché c’è la riduzione delle prestazioni. Inoltre, sottolineo il tema più volete trattato tema della pet therapy, per la quale manca un regolamento. Le linee guida nazionali non sono mai arrivate, ma credo che la Regione possa muoversi in autonomia. Possiamo avere programmi bellissimi e precisi, ma poi dobbiamo verificare il loro funzionamento e prevedere azioni per migliorarli”.

Francesca Marchetti (Partito democratico) sottolinea come “il lavoro che stanno facendo i tavoli territoriali e il lavoro di rete è il valore aggiunto di questo programma, su cui dobbiamo continuare a lavorare. Sarebbe utile fare un focus, anche con riunioni di commissioni congiunte, sul rapporto delle neuropsichiatrie infantili, anche riferito alle diverse problematiche che stanno emergendo nella fascia adolescenziale. Alla luce di questa situazione pandemica e all’aumento del disagio serva una riflessione nuova e costruttiva”.

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