L’emergenza alluvionale in Romagna. Il punto presidente ER Priolo. Circa 1.000 gli sfollati, salvi i centri abitati maggiori, i lavori fatti hanno tenuto

La presidente Priolo ha sottolineato l'esigenza di costruire in fretta le casse di espansione previste dai Piani Speciali chiesti alla struttura commissariale

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I danni portati da Boris, con l’evento di pioggia massiccia che ha riempito i fiumi e che ancora è in via di esaurimento, non è paragonabile a quanto accaduto con le alluvioni del 2023.

Allora esondarono e ruppero gli argini 23 fiumi, oggi le criticità riguardano quattro bacini idrici, quelli del fiume Idice, del Senio, del Lamone, di cui fa parte anche il torrente Marzeno e del Montone. Allora ci furono tra i 36mila e i 45mila sfollati, oggi se ne contano al momento 1.000, prevalentemente in provincia di Ravenna. Allora finirono sotto metri di acqua e fango i principali centri urbani della Romagna, da Forlì a Cesena, fino a Faenza. Oggi gli allagamenti riguardano prevalentemente le aree di campagna, fatta eccezione per alcune zone già allagate di Faenza.

Il punto sulla gestione dell’emergenza maltempo lo ha tenuto questa mattina, giovedì 19 settembre, la presidente ad interim della Regione Emilia Romagna, Irene Priolo, intestataria delle deleghe ad Ambiente, Difesa del suolo e Protezione Civile.

LA SITUAZIONE DEI FIUMI

Nei fiumi interessati dalle piene, il livello rimane ancora sopra la soglia 3 o soglia rossa di massima emergenza, perchè le piene stanno ancora compiendo il loro percorso. Il Fiume Senio ha superato la sua soglia storica del novembre 2023, quando a Castel Bolognese toccò quota 6,25 mt.: ora è arrivato un metro oltre. L’evento emergenziale, ha spiegato Priolo, ha avuto innesco importante a Modigliana, dove sorge il torrente Marzeno che poi confluisce in prossimità di Faenza, nel Fiume Lamone.

E proprio nel punto di confluenza, la forza delle acque del Marzeno hanno determinato allagamenti, in particolare nella zona di via Cimatti. Ma il Lamone non ha invaso Faenza, come accaduto nel 2023, ha sottolineato Priolo.

Il picco di piena del Lamone non è però ancora risolto e sta ancora tracimando dalle 2-3 di questa notte, sia in destra che in sinistra del fiume, in corrispondenza di Boncellino, nel Comune di Bagnacavallo. Il punto più critico è quello in corrispondenza del ponte ferroviario. La tracimazione sul lato sinistro del fiume sta andando verso il Comune di Bagnacavallo.

L’altro evento particolarmente significativo che sta avvenendo in queste ore riguarda il fiume Senio, sul quale quest’anno sono stati portati avanti molti lavori di ripristino arginale: “Gli interventi fatti hanno tenuto, non c’è stata alcuna rottura nei punti che sono stati riparati”, ha spiegato Priolo.

La presidente è poi passata a parlare di Cotignola dove, a seguito della tracimazione si stanno allagando le campagne e qualche casa fuori dall’abitato del paese. L’evento di piena sta prendendo la direzione dell’abitato di Lugo, in particolare quello in destra fiume e più prossimo al corso del Senio.

A Modigliana c’è un contatto costante con il sindaco Jader Dardi: “A differenza dello scorso anno, c’è stato allagamento nel centro di Modigliana, mentre nel 2023 ci fu un enorme problema di frane. Questa volta, il Marzeno è uscito a monte per via di cumulate di pioggia ancora più significative  di quelle di maggio 2023, nei singoli eventi”.

Il Sillaro ha visto una piccola tracimazione che è confluita in un canale, quindi la situazione dovrebbe essere sotto controllo.

Ora si tratta di valutare come i canali riusciranno ad accogliere le acque fuoriuscite dai fiumi e questa gestione è attenzionata in collaborazione con i Consorzi di Bonifica, ma a differenza di quanto accaduto nel 2023, c’è molta meno acqua esondata e dunque da smaltire verso il mare.

METEO e SCUOLE

Secondo le previsioni, l’evento di pioggia è in via di definizione, tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Quindi le piogge sono in netta diminuzione e le ulteriori possibili cumulate da 10-15 mm non dovrebbero comportare l’aumento del cumulo dei picchi di piena nei corsi d’acqua. Va però sottolineato come sta piovendo da più di 48 ore: “Siamo di fronte ad un evento – ha spiegato Priolo – che sta impegnando i nostri territori in maniera molto importante”.

Entro la mattinata verranno definiti da Arpae e Protezione Civile le nuove allerte, che si presume continueranno ad essere rosse, sulla base delle quali, assieme ai singoli Comuni verranno poi prese le decisioni sulle aperture e chiusure delle scuole. “Chiudere le scuole ieri, in via precauzionale – ha riconosciuto la presidente – è stata un’ottima scelta, oggi si valuterà comune per comune, gli ambiti in cui mantenere la chiusura e quelli in cui sarà possibile riaprire”.

La presidente Priolo ha parlato in mattinata con il ministro Musumeci per  capire come impostare la richiesta di stato di emergenza: ci sono territori in cui l’emergenza è ancora aperta e prorogata dal 2023. “Il Ministro si è dimostrato estremamente disponibile”, ha affermato Priolo.

NESSUNA EMERGENZA SANITARIA

“L’aver emesso tempestivamente l’allerta rossa e aver disposto tutte le procedure preventive di allarme, ci ha consentito di non aver dovuto gestire alcuna emergenza sanitaria – ha precisato la Presidente -. Il 118 non ci ha segnalato interventi di soccorso alle persone e questo ci sta particolarmente a cuore”.

CASSE DI ESPANSIONE E PIANI SPECIALI

La presidente ha poi risposto ad una domanda sulla realizzazione delle casse di espansione dei fiumi: “Come Giunta abbiamo approvato e sottoposto al Commissario i Piani Speciali che prevedono la realizzazione di casse di espansione in numero persino maggiore rispetto a quelle previste fino al maggio 2023. Questi interventi devono però ancora essere finanziati. Auspichiamo che i piani speciali, del valore di 4,5 miliardi, che in questo momento non hanno ancora una copertura finanziari, vengano prontamente finanziati. l’evento che stiamo gestendo è la dimostrazione che abbiamo fatto tutta la manutenzione possibile: sul corso del Senio e di molti altri fiumi, è stata eliminata tutta la vegetazione possibile, sono stati rinforzati e diaframmati gli argini, che sono stati riportati in quota. Ma di fronte ad eventi così estremi servono le casse di espansione, per far defluire le piene in infrastrutture adeguate ad accoglierle. Il commissario Figliuolo, nell’incontro che abbiamo avuto quest’estate, ci parlò della possibilità di vedere approvati i progetti tra la fine di settembre e quella di ottobre, ma approvazione non significa finanziamento e noi abbiamo bisogno di far partire i lavori”.

LA COLLINA E LE FRANE

A Casola Valsenio i problemi di frane riguardano al momento soprattutto le strade. Il sindaco Sagrini sta chiedendo aiuto soprattutto per liberare le strade. La Regione da questa mattina ha inviato squadre di geologi sul posto per valutare gli ambiti di intervento, sia nel Comune di Casola che in quello di Brisighella.

 

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